Micetta Polverina ...e altri (adozioni)

01/11/2014 rivisto 14/05/2019

Era il 21 agosto scorso e riceviamo una mail in cui il nostro interlocutore diceva che non trovando nessuno sul posto, intendeva portare a Torino questa micina che aveva raccolto in un paesino del sud e ci chiedeva se potevamo occuparcene noi. Non era una persona esperta di gatti e come prima cosa gli abbiamo dato le solite "dritte" sull'alimentazione e sul viaggio... e gli abbiamo detto... "vabbè, ne abbiamo una ventina ma la prendiamo; ci dia solo una mano a trovarle un'adozione".
Passa una settimana... ma niente. Non è certo la prima volta che qualcuno ci chiede una mano per un gattino, e poi non se ne sa più nulla.... Passano altri giorni e questa persona, ringraziandoci, ci scrive che micetta Polverina è stata adottata da un'ottima famiglia... ed è stato un bel sollievo

Grazie! ...e i migliori auguri alla micetta Polverina!

Questa è una vecchia storia che avevamo già pubblicato e abbiamo pensato di riprendere per parlare di adozioni.

Tutte le associazioni si occupano di accogliere e dare in adozione gattini: sia che dispongano di un rifugio, sia che si appoggino a persone che accudiscono temporaneamente questi gattini a casa propria: i famosi "stalli". Poi, attraverso siti o più spesso usando i canali social, li propongono ai potenziali adottanti. Le associazioni più serie e più strutturate hanno dei volontari che si occupano di vagliare le richieste di adozioni: incontrano gli adottanti, danno consigli su come gestire i gattini (alimentazione, vaccinazione, antiparassitari, ecc.) o come mettere in sicurezza i balconi (non è affatto raro che molti gatti, specialmente se giovani cadono dai balconi subendo lesioni importanti e spesso letali). Da questi incontri si fanno un'idea dell'affidabilità dell'adottante e in caso di valutazione positiva concordano per l'affidamento: solitamente facendo firmare un modulo di adozione.

Alcune persone si mostrano infastidite da questa procedura ma invece è più che corretta e necessaria. Tante volte ci è capitato di ricevere una richiesta di adozione "per il compleanno del bambino", qualche volta da parte di persone che non erano assolutamente in grado di provvedere ad un gatto, altre volte volevano un gatto "per i topi". È chiaro che a queste persone, con la necessaria diplomazia, si deve spiegare che "no": che un gatto non è un giochino, che non si può prendere un gatto se non si è in condizioni di provvedere al suo benessere, che non si prende un gatto per liberarsi dai topi in cantina.

Gli stalli sono in genere una buona soluzione per dare una casa ai gattini in attesa di adozione, e ci sono molte stallatrici che sono molto brave anche nell'allattare i piccoli che sono rimasti senza madre: cosa non facilissima e molto impegnativa. I cuccioli, a seconda dell'età, devono essere allattati più volte al giorno (quando sono di pochi giorni ogni dute-tre ore) e spesso col sondino e non con il biberon: cosa che richiede una certa pratica.

I rifugi, per i gattini, non sono una buona sistemazione: l'abbiamo scritto tante volte che nel mettere assieme troppe cucciolate si rischiano le epidemie, specie di panleucopenia che comportano una mortalità molto elevata, anche del 70%. Ma ci sono anche i parassiti, i funghi (dermatofiti) e le altre infezioni virali che costituiscono un problema organizzativo e sanitario non da poco e in molti casi possono avere serie conseguenze.

Abbiamo raccontato la storia di Polverina (ma non è l'unica storia simile) perché sarebbe bello venisse presa come un "modello". Le associazioni non possono rispondere a tutte le richieste e soprattutto non possono sempre rispondere in modo adeguato: per ragioni logistiche, economiche, per la carenza di volontari. Fanno ciò che possono, ed è tanto, ma non sempre sono in condizioni di farlo al meglio. Ricordiamo che gran parte delle associazioni e dei rifugi non ricevono finanziamenti pubblici e quando li ricevono non sono certo sufficienti a coprire tutte le spese.

Servono persone che facciano "la cosa giusta"; che agiscano secondo coscienza, che si impegnino in prima persona per salvare quel gattino (o quel gatto). Non si può sempre delegare, pensare che tocchi a qualcun altro. Le associazioni possono e devono aiutare: dare indicazioni sui trattamenti da fare, intervenire quando è il caso (ad esempio se il gattino è da allatare), pubblicizzare l'adozione attraverso i loro canali: ma il dire "ho trovato questo gatto: occupatevene voi" ...quando è possibile, cercate di evitarlo. Averlo salvato dalla strada ed è stata un'azione meritevole, ma fate ancora un passo, anche perché il gattino è più al sicuro da voi che non in rifugio.

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