Non si muore di FeLV
06/07/2015; rivisto e ampliato il 12/04/2019
ll titolo è volutamente provocatorio e teso a contrastare quella diffusa tendenza, spesso alimentata da qualche veterinario, a considerare la positività FeLV come un fattore ostativo a curare un gatto.
In questo sito abbiamo raccontato di alcuni casi di gatti FeLV che hanno sviluppato gravi patologie e sono stati curati con successo, ma certamente ce ne sono tanti altri in cui la positività e la scarsa tempestività delle cure, ha portato ad una prognosi infausta. Su questi argomenti però non valgono le esperienze dei singoli o le convinzioni personali, in positivo o in negativo di chiunque: fossero anche del più preparati dei veterinari. Fa testo solo quanto è scientificamente riconosciuto ed accettato dalla comunità scientifica e pubblicato su testi e riviste di indiscussa autorevolezza.
Premesso che la leucemia felina è una infezione importante che può favorire l'insorgenza di un ampio spettro di patologie da lievi a gravissime, che è contagiosa per contatti prolungati e non esiste un vaccino del tutto efficace, in merito all'aspettativa di vita di un gatto FeLV ci permettiamo di riportare un frammento dal capitolo relativo al FelV tratto da un sacro testo: "Infectious diseases of the dog and cat" di C. Greene curato da K. Hartmann:
"Despite the fact that persistent FeLV viremia is associated with a decreased life expectancy, many owners elect to provide treatment for the myriad clinical syndromes that accompany infection. Some older studies suggested that FeLV-infected cats live only a maximum of 3 years after diagnosis, but these studies involved group-hosed cats in multiple-cat, FeLV-endemic environments. With proper care, FeLV-infected cats may live much longer than 3 years and, in fact, may die at older age from cause completely unrelated to their retroviral infection. Thus, decision about treatment or euthanasia should never be based solely on the presence of FeLV infection. It is important to realize that FeLV-infected cats are subject to the same diseases that befall uninfected cats, and the mere presence of a FeLV-related disease may or may not be caused by FeLV"
Pur essendo dati aneddotici, ricordiamo che l'aspettativa di vita di un gatto che si infetta di FeLV da adulto ha, solitamente, generalmente una aspettativa di vita migliore rispetto ad un gattino che acquisisce il FeLV dalla madre; che un gattino giovane, posto a contatto con gatti FeLV positivi ha maggiori probabilità di contrarre l'infezione rispetto ad un gatto aduto/anziano.
Conoscere lo stato sierologico (FIV, FeLV) di un gatto è importante per tre motivi:
- Per l'adozione: il FeLV è contagioso e non esiste un vaccino in grado di proteggere in modo efficace gatti conviventi;
- Dato prognostico: un gatto FeLV può andare incontro ad una serie di patologie con maggiore probabilità rispetto ad un gatto sano: solitamente si tratta di patologie non gravi e del tutto curabili ma in altri casi no. Quindi il proprietario deve essere consapevole che un gatto FeLV ha un'aspettativa di vita inferiore a quella di un gatto sano e che può richiedere maggiori attenzioni sul piano delle cure sanitarie;
- Valore clinico: il dato della sieropositività o meno del paziente può indirizzare il clinico nella diagnosi differenziale e nell'impostare i trattamenti medici.
In passato, queste malattie virali (il FeLV ma anche il FIV) sono state fortemente enfatizzate: quando si è scoperto il FeLV si pensava che fosse la causa di tutti i tumori del gatto (cosa che in seguito si è rivelata falsa) e che l'aspettativa di vita fosse molto ridotta (in seguito è stata significativamente innalzata); sul FIV, specie per via delle analogie con l'HIV umano, si è creato un grosso allarme e in qualche caso i positivi venivano sottoposti ad eutanasia(1) sulla base della semplice sieropositività: soprattutto nell'ambito dei programmi di sterilizzazione ma succedeva anche su gatti di proprietà.
Oggi, grazie ai progressi della ricerca su queste malattie e ad una maggiore sensibilità dell'opinione pubblica verso questi velleitari programmi di eradicazione queste pratiche sono state abbandonate o sicuramente ridotte.
Malgrado ciò persiste comunque la tendenza, soprattutto da parte di veterinari della "vecchia scuola" a considerare inutili le cure su questi questi animali. È vero che il FeLV (e il FIV) non sono di per sé curabili, ma le patologie cui questi gatti possono andare incontro sono, nella maggior parte dei casi, del tutto trattabili: magari con qualche accortezza in più (ad es. l'utilizzo disinvolto di corticosteroidi), magari vanno trattati per un tempo un po' più lungo, ma sono curabili.
Non si muore di FeLV (e a maggior ragione il FIV) ma nella stragrande maggioranza dei casi si muore di alcune patologie che sono più comuni nei gatti FeLV o di altre che non hanno alcuna correlazione con l'infezione retrovirale.