Regole minime per l'accoglimento di gattini in un rifugio

01/01/2014 rivisto e ampliato il 14/04/2019

Tutti i rifugi, ogni anno ricevono decine di richieste di accoglimento di gattini e cucciolate con o senza madre e ogni anno si registrano epidemie di panleucopenia (FPV) che uccidono in percentuali che possono raggiungere e superare il 50%.

Diciamo subito due cose: è illusorio pensare che queste epidemie possano essere evitate; è sbagliato considerare queste epidemie come un destino ineluttabile.

Per una trattazione completa del problematiche dell'accoglimento dei gattini e in generale della cura dei gatti nei rifugi rimandiamo alle fonti, qui, si vogliono solo ricordare sinteticamente alcune misure base, accorgimenti, attenzioni da porre in essere per chi accoglie, gestisce e dà in adozione cuccioli; che si tratti di stallatori o rifugi.

La prevenzione delle epidemie nei gattili rappresenta una sfida tecnica/organizzativa notevole: richiede strutture fisiche (locali) e attrezzature (gabbie di qualità), supporto veterinario che non sempre, anzi raramente sono a disposizione di queste strutture ma soprattutto e primariamente è un problema culturale e di consapevolezza del rischio.
I volontari dei rifugi e chi si rende disponibile per gli stalli deve essere sensibilizzato al rischio: non è accettabile che si facciano stalli in case dove ci sono gatti non vaccinati; che si facciano adottare cuccioli che hanno appena superato una panleucopenia da persone che hanno gatti propri non vaccinati; che si puliscano le lettiere con la stessa paletta; che si disinfetti con prodotti non adatti; che non si usino sovrascarpe; che si coccolino i gattini senza guanti ...ecc. ecc.
Tutte cose banali e che non costano nulla ma che non si fanno se non c'è una cultura del della prevenzione del rischio. Seguire queste regole "minime" non basta certo a metterci dal riparo dal rischio ma sono la precondizione per ogni altro e più efficace e stringente "protocollo".

Fonti:

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