Indagine sul Morbillivirus felino (FeMV) in Piemonte

24/10/2017 rivisto e ampliato 15/05/2019

UPDATE: I risultati dell'indagine di cui si tratta in questo articolo sono stati pubblicati su Journal of Feline Medicine and Surgery: Feline morbillivirus in northwestern Italy: first detection of genotype 1-B; Muratore et al.; JFMS; 2020,


L’insufficienza renale è una delle prime cause di morte nel gatto e in molti casi non si riesce a risalire alla causa scatenante. Alcuni anni fa è stato scoperto un nuovo virus, il Morbillivirus felino, diffuso in molte aree del mondo, che è stato ipotizzato possa essere correlato a patologie renali, in particolare la nefrite tubulo-interstiziale (TIN).

Il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli Studi di Torino e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta (IZSTO) hanno condotto uno studio anatomo-patologico e biomolecolare su 153 campioni di urine (provenienti da alcune cliniche veterinarie e un gattile) e su 50 campioni di tessuto renale provenienti da gatti deceduti naturalmente e sottoposti a necroscopia per ragioni diverse.

Sui campioni di urina è stato isolato l'RNA virale tramite PCR (Real Time RT-PCR) e su quelli positivi si è poi proceduto al sequenziamento ai fini dell'analisi filogenetica: 11 campioni su 153 sono risultati positivi (7%).
Non sono emerse correlazioni tra positività al FeMV e malattie infettive trasmissibili (FIV/FeLV), IRC a diversa eziologia, patologie urinarie e proteinuria: queste risultanze sono in accordo con quanto riportato in letteratura e si riferiscono sia alla totalità del campione che al sottogruppo del gattile. Dall'indagine risulta che il FeMV possa essere trovato in gatti clinicamente sani anche se in assenza di follow up non si può escludere che sia causa di infezione cronica e che questa porti o concorra allo sviluppo di patologie renali.
Da notare che tra i campioni provenienti dal gattile si è riscontrata una prevalenza maggiore (61% tra i campioni, 20% sul totale dei gatti presenti al gattile) rispetto alla totalità del campione: anche questo dato è in linea con la letteratura(1) e può indicare che, sebbene non siano note le vie di trasmissione del virus, il contagio sia facilitato dai contatti stretti tra gli animali come peraltro succede per altre infezioni virali, in primis il coronavirus.
L'analisi filogenetica ha evidenziato che nel gattile circolano due varianti virali appartenenti ad un ceppo precedentemente identificato in Germania e più distante da quello identificato in Italia: la provenienza degli animali (tutti dall'ambito provinciale) non ha fornito indicazioni nello spiegare la presenza di questi ceppi.

Sui campioni di tessuto renale si sono individuati 4 positività su 50 (8%). Tre dei quattro campioni positivi provenivano da gatti con TIN e uno da un gatto con linfoma: poiché anche nei negativi il riscontro di TIN era in una percentuale del 54% non è stato possibile stabilire una correlazione evidente tra FeMV e patologie renali. Da notare che il CT sui campioni di tessuto risultava più alta rispetto a quella riscontrata nelle urine ad indicare una carica virale inferiore nei campioni di tessuto rispetto a quella riscontrata nelle urine.

In conclusione:

Ciò non significa che si debba considerare il FeMV come un virus senza importanza clinica: sono necessari ulteriori studi che chiariscano meglio aspetti quali il tropismo, le modalità di trasmissione, il potenziale patogeno, ecc. prima di poter giungere a conclusioni certe.

Morbillivirus Felino (FeMV)

Il Morbillivirus felino è stato scoperto ed isolato nei gatti solo nel 2012 ad Hong Kong da Woo e colleghi(2). In seguito sono stati condotti ulteriori studi che hanno identificato questo virus, o meglio diversi ceppi di questo virus, in altre aree del mondo quali Giappone(3), Italia(4), Brasile(5), Turchia(6), Germania(7), Stati Uniti(8). Da questi studi emerge che si tratta di un virus ubiquitario e che ne esistono diversi ceppi; in particolare, da uno studio condotto dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo(10) che ha caratterizzato l’intero genoma del virus, si sono riscontrate differenze con altri ceppi europei precedentemente identificati.
L’interesse ad approfondire gli studi su questo nuovo virus deriva dal fatto che in diversi studi, anche se non tutti(12), è stata riscontrata una correlazione tra positività al FeMV e nefropatie/patologie delle basse vie urinarie (FLUTD), cosa che potrebbe indicare un coinvolgimento di questo virus nella patogenesi dell’ insufficienza renale cronica del gatto .

Il morbillivirus felino è un RNA virus a singolo filamento che appartiene alla famiglia Paramoxyviridae: la stessa cui appartiene il virus del cimurro nel cane, del morbillo umano, della parotite e di alcuni virus parainfluenzali umani ed altri virus altamente infettivi che interessano specie aviarie, ruminanti, equini.
Nello studio di Woo(2) l’associazione tra nefrite tubulo-interstiziale e positività al FeMV è stata desunta dalla presenza del virus nelle urine e dalle risultanze di alcune necroscopie che hanno evidenziato lesioni compatibili con nefrite tubulo-interstiziale e presenza di una specifica proteina virale (FmoPV-N) nei tubuli renali.
In un successivo studio(9) condotto in Giappone le lesioni infiammatorie renali erano presenti in 19 su 29 gatti positivi (con RNA virale e/o anticorpi anti-FeMV).

Da ciò emerge la possibile associazione tra FeMV e danno renale senza peraltro poter stabilire una relazione causale tra tali lesioni infiammatorie renali e l’infezione da morbillivirus.

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