Reazione avversa ad un vaccino...

25/01/2015 rivisto 05/05/2019

. ..in effetti sembrava proprio così ed anche piuttosto grave. Ma leggete tutta la storia che, oltre al lieto fine, è anche "istruttiva"...

Fumetta

Comincia come al solito con una chiamata per un gatto trovato in giardino che questa persona non può tenere (e a ragione visto che ha quattro cani). Poiché non sempre si tratta di abbandono, gli dico di mettere i biglietti in giro nel raggio di almeno un km, e che intanto porti il gatto in una clinica convenzionata con noi. Se nell'arco di qualche giorno non si fosse fatto vivo nessuno sarebbe venuto al rifugio.
Vado a prenderla il giorno dopo: è una gatta bravissima, non proprio giovane e sterilizzata da poco (così sembrava per via di una zona senza pelo che poteva far pensare ad una recente incisione). Facciamo un test perché a volte succede che i gatti vengano abbandonati in quanto scoperti positivi: ma è negativa. Decidiamo di vaccinarla e usiamo un nuovo vaccino (Versifel FeLV della Zoetis(1)) che è stato recentemente messo in commercio e che da uno studio pubblicato(2) pare avere una buona efficacia, specie in contesti con forte esposizione.

Messa nel trasportino tutta tranquilla, quando sto per andarmene via, si mette a sbattere violentemente contro le pareti, in modo scoordinato, con la bava alla bocca... era una crisi convulsiva che si è poi risolta da sola in meno di un minuto. Appena tirata fuori non rispondeva quasi alla minaccia e poi, passata la crisi e messa a terra, continuava a muoversi in circolo sempre a destra e si leccava in modo compulsivo. Era passata, si era ripresa nel giro di pochissimo, ma ci sarebbero stati danni permanenti?... Comunque un bello spavento.

A cosa potevamo pensare se non ad una reazione avversa al vaccino, ed oltretutto su un prodotto ancora poco diffuso? A 20 min dall'inoculo, su una gatta che stava benissimo, per nulla agitata o stressata? La correlazione tra vaccino e una sintomatologia neurologica convulsiva non si poteva escludere.
D'accordo con i veterinari rimaniamo che la micia resta in osservazione e che prepariamo la segnalazione di sospetta reazione avversa al Ministero.
Queste segnalazioni le possono (e devono) fare i medici ma anche i normali cittadini: si tratta di compilare un modulo(3) e di inviarlo via mail agli uffici preposti del Ministero della Salute e per la Farmacovigilanza.
Segnalare le sospette reazioni avverse ad un farmaco è importante e doveroso perché è attraverso la farmacovigilanza(4) che si affina il profilo di sicurezza di un farmaco: dall'aggiornamento delle indicazioni contenute nel foglietto illustrativo, fino al processo di revisione dell'Autorizzazione di Immissione in Commercio (AIC) e, nel caso, all'eventuale ritiro del farmaco.

La notte passa tranquilla ...ma il mattino dopo succede di nuovo: un'altra crisi, peggiore di quella del giorno prima. Sono passate meno di 24 ore e può benissimo trattarsi dello stesso fenomeno; anche se cominciano ad emergere dei dubbi...
Poi, nel pomeriggio, una telefonata: "No! di nuovo...". Invece... la good news: avevano trovato il proprietario. Quei signori stavano cercado Fumetta che era sparita da alcuni giorni ...ed erano preoccupati perché era una gatta affetta da epilessia idiopatica.
Abbiamo accennato prima che, ad un esame superficiale, si era pensato alla cicatrice della sterilizzazione ma a ben vedere il pelo non era rasato da poco ma si trattava di una alopecia. È stato questo indizio che ha fatto ricordare alla veterinaria della clinica un caso simile che era stato visto tempo addietro ...e da lì è riuscita a risalire e contattare la persona che effettivamente stava cercando la sua gatta.

Correlazione temporale e correlazione causale

Tutto chiaro. La gatta epilettica, senza barbiturici da alcuni giorni aveva avuto una crisi che nulla c'entrava con il vaccino. Il caso ha voluto che quella crisi sia avvenuta in perfetta concomitanza con la somministrazione: la correlazione tra i due eventi è stata appunto una correlazione temporale, cioè del tutto fortuita.

Questa storia ci dice quanto sia facile interpretare una relazione tra due eventi in modo errato: in questo caso c'era stata una correlazione temporale tra la somministrazione del vaccino e la crisi neurologica, ma non una correlazione causale (cioè A che determina B).
Il sospetto che quella crisi fosse stata causata dal vaccino era del tutto legittimo: chiudere il caso come una pura coincidenza sarebbe stato superficiale. Siamo stati fortunati nell'essere potuti risalire all'anamnesi remota e scagionare così del tutto il vaccino, ma se non si fosse trovato il proprietario, non si fosse saputo della pregressa epilessia? Allora avremmo fatto la segnalazione di ADR (Adverse Drug Reaction), avremmo visto che si trattava di epilessia primaria, ma il dubbio che fosse proprio quel vaccino ad averla scatenata sarebbe rimasto.

Di certo sarebbe stato irresponsabile attribuire una responsabilità al vaccino in assenza di dati che permettessero di ipotizzare una relazione causa effetto. Invece è quello che vediamo ogni giorno nelle campagne dei no-vax: senza nessun dato epidemiologico a supporto, senza nessuna ipotesi di meccanismo d'azione, si attribuiscono ai vaccini in genere le peggiori "nefandezze": dalle morti in culla, all'autismo a chissà che altro.
Superfluo ribadire che il vaccino Versifel FeLV non ha causato alcun danno.

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